Arianna Huffington invade il Canada

Dal New Yorker ("The Oracle")

Da poche ore la versione canadese dell’Huffington Post è online con editoriale di Arianna H. sul perché della scelta:

I canadesi non sono nuovi all’Huffington Post: 1,5 di loro ci hanno visitati a marzo. Così iniziare la nostra espansione internazionale al nord del confine era una cosa ovvia — specie dopo che un sondaggio sui nostri visitatori dal Canada ha scoperto che l’80% di loro era interessato ad una sezione di news canadesi e il 71% ci avrebbe visitato più spesso se avessimo coperto le news di quel paese.

L’articolo d’apertura è bello e battagliero (“CYBER FAIL”), tutto su come il governo canadese sta affrontando diritti, doveri e rischi del cyberspazio. Cioè, secondo l’HuffPost, male e tardi.

***

Nulla è fatto per caso: ogni mossa di Lady Arianna, coperta dal colosso AOL, è ponderata. Il Canada, lo dice lei stessa, è solo il primo passo di un'”espansione internazionale” che promette di seminare il panico nel mondo delle news vintage. Sono arcinoti i precedenti screzi tra il sito di news e blog e il New York Times (che recentemente è passato a una politica pay fatta di sviste [1] — una linea Maginot di groviera), minacciato seriamente dal neo-colosso del web. Un mostro 2.0 sotto l’egida di America On Line, fatto di acquisizioni di prodotti affermati (TechCrunch & co., Engadget, Games.com) che ora vanno a creare una sinergia incredibile col sito principale, l’HuffPost: Giove e le sue lune.

La formula dell’Huffington — semplice e geniale — è facilmente esportarbile, anche grazie alla notorietà del prodotto originale (il sito di Ms. Arianna ha superato in visite quello del Washington Post).

Qui su Gootenberg non apprezziamo la signora Arianna ma la notizia non si può evitare: l’Huffington Post è una realtà solida e ormai mitica, se si parla di giornalismo on line. Deal with it, caro Gootenber. E deal with it soprattutto voi, cari Peter Daou e James Boyce.

[1] via Wittgenstein

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