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Il giornalismo ai tempi di Twitter e BuzzFeed

Christian Rocca, inviato del Sole 24 Ore, sta coprendo il caucus in Iowa e ha scritto un breve post sul suo blog Camillo riguardo il rapporto tra giornalismo, internet e Twitter.

L’unico vero, incontrasto, vincitore dei caucus dell’Iowa è Twitter. Qui a Des Moines, i giornalisti guardano solo twitter, si informano su twitter, discutono su twitter. E poi, sbuffando, tornano a scrivere quei fastidiosi articoli sui giornali del giorno dopo, pubblicati da chi gli passa la paga. Interessa solo twitter, fa notizia solo twitter, dà soddisfazione solo twitter.
(…) Ha vinto twitter, ma c’è qualcosa che non torna. Pensateci. Twitter è quel super organo di informazione che può contare sulle migliori firme americane e internazionali, sui migliori reporter americani e internazionali, sui migliori analisti americani e internazionali. Tutti questi scrivono gratis per il signor Twitter. Potrà continuare?

La questione è complicata e ancora informe – difficile fare pronostici senza risultare visionari o imbecilli – quindi quel “potrà continuare?” finale è il limite massimo oltre al quale possiamo sporgerci senza rischiare di precipitare o scivolare. Perché se è vero che i tweet stanno trasformando il giornalismo e l’informazione, è anche vero che i giornalisti sono pagati da quei giornali e siti di news per i quali scrivono pezzi sbuffando, dopo un’orgia di 140 caratteri. I giornalisti si divertono e rendono moltissimo sul social network ma continuano a dover rendere conto alle testate per cui lavorano – le quali, tra l’altro, beneficiano solo indirettamente del traffico web interno a Twitter.

Che succederà? Non possiamo dirlo ma qualcosa sta già succedendo: Ben Smith, perla di Politico e blogger che nel 2008 ha raccontato le elezioni Usa alzando l’asticella del giornalismo di qualche tacca, è ora a BuzzFeed, sito di LOL, WTF e gattini birichini. In pochi giorni il sito ha già beccato uno scoop nel caucus dell’Iowa. Prima di abbandonare Politico (per quanto non completamente – Smith manterrà una column settimanale), il giornalista aveva espresso i suoi dubbi e timori riguardo il blogging e il giornalismo-istantaneo ai tempi di Twitter. Nella sua intervista-sfogo con AdWeek, Smith spiegò come Twitter sia in grado di arrivare prima su tutto. E di arrivarci, paradossalmente, meglio, nonostante il limite invalicabile dei 140 caratteri. Particolare interessante: nell’articolo non ci sono riferimenti ai giornali cartacei (quelle cose fatte di notte, vendute alla mattina e che restano testardamente pietrificate per 24 ore): il discorso era tutto sull’online: siti, blog, social network (fra tutti, Twitter).

Qualcosa sta succedendo. Qualcosa di grande. Qualcosa che cambierà tutto. “Potrà continuare?” No. E di certo c’è solo questo.

P.S. Nel frattempo, imparate ad aspettarvi da BuzzFeed un qualche scoop (magari da Pulitzer), e a riconoscerlo in mezzo a quella giungla di lol virali. 

(Immagine via)

 

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